Atletico Azzurra Colli, cast d’eccezione per un film che può essere da Oscar

Un campionato di calcio va vissuto, sia da parte di chi lo interpreta tanto quanto da parte di chi ne segue gli
eventi, come una sorta di corsa a tappe, che con cadenza più calmierata rispetto al ciclismo, obbliga a
riflessioni magari meno repentine, più articolate, finanche più masochiste. Affinché lo spleen eviti di
pervadere le anime di calciatori e staff, la barra va tenuta sempre diritta, prerogativa che spetta ai
condottieri, o capibastone, sia dentro che fuori dal campo.
Se Dumas, tra un moschettiere e l’altro, affermava che tutto ciò che conoscesse a proposito della vita lo
avesse appreso dal gioco del calcio, noi – calatici nel ruolo di studenti – apprendiamo le nozioni base che
questo Atletico Azzurra Colli sta in qualche modo divulgando. Alla vigilia tra l’altro di quello che è il primo
crocevia della stagione, con un poker di gare che potrà dire quello che sarà il campionato della squadra
collese, che affronterà, ai prodromi dell’inverno, Sangiustese, il derby ( a maggior ragione più sentito del
solito stavolta, per questioni di classifica ) con l’Atletico Ascoli, il Valdichienti Ponte e il Montefano.
Facendo ricorso a qualche ricordo cinematografico, mi sovviene alla mente un Carlo Taranto che nei panni
del Mister uruguagio Jose’ Bonservizi ( parodia dell’HH1, Heriberto Herrera ) rassicurava, calendario alla
mano il suo Presidente, impersonato da Alberto Sordi, prevedendo i punti che il Borgorosso Football Club
avesse fatto con ognuna delle squadre che avrebbe affrontato nelle successive settimane.
Ora, facendo le dovute proporzioni, non immaginiamo che Stallone e Fioravanti arrivino a tanto, per quanto
a entrambi andrebbe tributato il fatto che il phisique du role per una parte in una commedia all’italiana la
avrebbero entrambi ( e, a scanso di equivoci, questo vuole essere un complimento ). Ragioniamo solo sul
fatto che i condottieri ( ecco che mi riaggancio al discorso iniziale ) sanno tenere alto il morale della truppa
che, grazie alla armonia – concesso già espresso – e alla coesione di gruppo fa fronte a giornate storte o
nelle quali si sarebbe potuto raccogliere di più, o a aspetti più specifici come i problemi fisici di Sosi e
Alighieri o la squalifica di Ciabuschi. Ma se Gesuè tira fuori goal del genere o Petrucci, anche lui non al top
della forma, in mezz’ora cambia gli equilibri della gara, beh, non faremo i conti alla mano. Ma saremo sicuri
che questo collettivo darà il massimo. Collettivo ( squadra, staff, dirigenti ) che bisogna ringraziare, perché
spesso, nel calcio, come nella vita, ci dimentichiamo di un valore fondamentale, o che diamo per scontato :
la riconoscenza.

Leave a Reply